Syrinx (Claude Debussy)

Sapphire

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3 Settembre 2019
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Propongo l'esecuzione di Silvia Careddu di quello che è una delle composizioni più importanti nella letteratura flautistica, e quella che più di ogni altra rappresenta simbolicamente il colore e la funzione drammatica del flauto.


A me piace molto l'alone di mistero che si cela dietro questa composizione, ad iniziare dalla prima esecuzione a Parigi.
Syrinx, il cui titolo originale era "La flute de Pan", è l'unica pagina completata da Calude Debussy per la piece teatrale Psychè di Gabriel Mourey, messa in scena il primo dicembre 1913 a Parigi da Louis Mor. Il flautista che suonava dietro le quinte era Louis Fleury (1878-1926), che custodì gelosamente ed egoisticamente il manoscritto e detenne il diritto di esecuzione.
Infatti la pubblicazione , nel 1927 da parte di Jobert non a caso è dell'anno seguente la morte di Fleury.
 
Debussy era già stato più volte affascinato dal mito di Syrinx, a noi trasmesso attraverso Le Metamorfosi di Ovidio, come dimostra il Prelude a l'apres-midi d'un Faune o la prima delle Chansons de Bilits, che si intitola proprio La flute de Pan, ragione questa del definitivo titolo Syrinx per il pezzo quì proposto.
Si tratta del mito della nascita del flauto: l'incantevole ninfa, che danza sulle rive del fiume con le compagne, viene seguita e perseguitata dall'osceno Pan, dio delle greggi e dei pastori, cornuto e dai piedi caprini. Syrinx prega gli dei di salvarla e ottiene di essere trasformata in una canna, che fa risuonare ancora la sua dolce voce quando soffia il vento. Pan, che non può rinunciare al suo amore, lega ingegnosamente la canna, per farne un flauto a sette suoni, che può sempre portare con sè.
 
Ho sentito infatti dire che Syrinx sarebbe più da eseguire come canto di morte! Questa tesi sarebbe avvalorata proprio dal fatto che Syrinx viene di fatto trasformata dagli dei. Giusto?
 
Direi di no! Questa opinione era stata avanzata in passato da alcuni. Però sembra contraddetta da un'attenta lettura delle indicazioni di regia per l'inizio del terzo atto del dramma di Mourey: "La scena rappresenta la grotta di Pan. Attraverso a sua grossa apertura si scorge una radura in mezzo ad un fitto bosco... La luna inonda la campagna, mentre la grotta rimane nell'ombra. Nella radura danzano le ninfe, che vanno e vengono, tutte vestite di bianco, in pose armoniche...Di tanto in tanto si fermano tutte, ascoltando incantante la Syrinx dell'invisibile Pan, commosse dal suono che esce dalle canne cave" (Mourey, Psychè, Paris 1913)
Syrinx sarebbe dunque un canto d'amore, piuttosto che di morte!!
 
Giustissimo!
Ma giacchè ci siamo analizziamo la forma del brano.
Si può considerarlo come un Lied tripartito
A (bb.1-8)
B (bb. 9-25)
A' (bb. 26- 30)
Coda (bb. 31-35)

Questo irrigidimento formale siadatta però ben poco al carattere improvvisativo di Syrinx, che pare piuttosto una continua variazione della prima battuta, presente in varie forme ben otto volte nel corso del breve pezzo (batute 1-3-9-10-26-28-29-30).
Dalla prima battuta si evincono i caratteri principali della scrittura: l'uso di una scala esatonale (sib - lab- solb-fa-mi-reb) che nel finale diventerà a toni interi.
Il brano ha come caratteristica il colore della seconda eccedente che si trova sia nella melodia principale (mi-reb) ma anche tra le note di volta cromatiche e la loro risoluzione (si-lab oppure la-solb). La seconda eccedente (lo stesso intervallo che distingue la scala flamenca o quella frigia ebraica) è un intervallo caratteristico dell'esotismo.
I 5 bemolle in chiave nel pezzo non corrispondono ad una tonalità chiara. La tonalità potrebbe essere sib (la nota di apertura) o reb (la nota di chiusura) ma non v'è traccia di cadenze e vi sono piuttosto molte inflessioni modali, come quella frigia, data dalla seconda minore tra sib e dob a b22.
 
Altro punto di dibattito è: eseguire questo brano liberamente o attenersi scrupolosamente a quanto scritto da Debussy?
Joseph Bopp (Syrinx von Claude Debussy, "Tibia, 1/1983, pp. 265-267) sostiene che come tutta la musica novecentesca dal punto di vista della pratica esecutiva, le indicazioni agogiche e dinamiche sono da osservare attentamente, anche se il carattere improvvisativo del pezzo può sottoindere una più libera interpretazione (James Galway, Flute, Macdonald, London 1982).
Ma ciò che più conta in questo pezzo, come ho scritto all'inizio, non è l'analisi formale ma la reinvenzione timbrica e la rinnovata funzione drammatica del flauto.
A testimonianza di ciò c'è da dire che Syrinx non consente trascrizioni. Il flauto reinventato da Debussy sfrutta ora il registro grave per il suo colore singolare, non come canto accompagnamento di un canto all'acuto (come era solito nella letteratura ottocentesca). Il colore diventa una variante semanticamente strutturale non più decorativa. Infatti la sezione B dell'ipotetica forma tripartita consiste essenzialmente in un cambiamento di registro.