Rileggendoti, mi sono venute in mente altre osservazioni. Mi spiace essere petulante, ma forse la comunicazione delle esperienze può giovare a tutti e così prendo coraggio per scrivere ancora.
Io ho sperimentato quanto segue:
- quando si suona uno strumento, si cerca il miglior modo per farlo risuonare, ossia si cerca la giusta direzione dell'aria, la quantità e la velocità d'insufflazione, si impara a conoscere come correggere certe note, eccetera. Dopo un certo tempo si raggiungono gli automatismi utili ad ottenere la migliore emissione su quello strumento.
- quando poi si passa ad un altro strumento (anche ad esempio cambiando la sola testata), gli automatismi che si erano costruiti, non vanno più bene. Ciò non significa che la tecnica per suonare è diversa, ma che lo strumento, avendo caratteristiche costruttive differenti, va gestito in maniera diversificata. Cioè bisogna ricostruire gli automatismi più adatti per quel particolare strumento.
Ecco perché è sconsigliato suonare, in tempi ravvicinati, su strumenti sempre diversi.
Ciò che hai sperimentato, nella vicenda descritta, è sicuramente una differenza di sonorità e proiezione. Ma forse hai anche provato l'inadeguatezza a suonare improvvisamente su flauto diverso, senza riuscire, in maniera subitanea, a cambiare le tue abitudini/automatismi così da far risuonare al meglio lo strumento che imbracciavi (la tua flessibilità, mentale e di imboccatura, è risultata insufficiente per gestire la situazione).
Questo per dire che quando si va in concerto è bene andare sul sicuro, utilizzando solo le cose che sono state già rodate.