Mozart ed il flauto

Laura78

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16 Settembre 2019
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Sento spesso dire che Mozart non amasse il flauto, che lo ritenesse strumento inferiore, che cercasse sempre nelle sue composizioni di ridicolizzare il flautista...
Sono solo leggende metropolitane, o c'è una base di verità?
 
Non dimentichiamo che Mozart scrisse alcune tra le pagine più belle per flauto.
Forse tutto nasce dalle precarie condizioni lavorative nelle quali era costretto. Per capire meglio occorre ripercorrere un po di storia:
Nel 1777 finisce il servizio di Mozart alla corte dell'arcivescovo Hieronymus di Salisburgo. È l'inizio di una nuova vita: il musicista di corte diventa un liberto artista che gira il mondo per offrire le sue composizioni.
Una volta arrivato a Mannheim la cui orchestra viene considerata la migliore in Europa per via del suono innovativo (ricerca di dinamiche e lo studio di tutti i possibili effetti orchestrali, tant'è che già da tempo al suo interno c'era un nutrito gruppo di fiati e molti archi) Mozart ne viene ovviamente influenzato, ed intrattiene ottimi rapporti con Christian Cannabich (primo violino e direttore dell'orchestra di Mannheim) ed il flautista Wendling.
Per i fiati dell'orchestra scrive una Sinfonia Concertante. Però l'esecuzione non avrà mai luogo e l'originale versione con il flauto viene perduta.
Come se non bastasse Mozart non riuscì ad ottenere un lavoro dal principe elettore di Mannheim. Dunque la delusione era forte.
Wendling gli trova una commissione. Per 200 fiorini Mozart deve scrivere tre piccoli concerti e quattro quartetti per il flautista dilettante olandese De Jean.
Le musiche sono da consegnare in tempi ridottissimi. All'appuntamento con De Jean solo parte delle musiche richieste sono finite e Mozart riceve solo 94 fiorini.

Dunque Mozart scrisse al padre quella frase maledetta che avrebbe perseguitato generazioni di flautisti: "Sono stufo di scrivere sempre per uno strumento che non posso sopportare".
Ma a dover lavorare in queste condizioni...e così in fretta, tutto diventa insopportabile!!
 
Quindi da quanto ho capito sembrerebbe che Mozart sia stato preda ad un normalissimo sfogo del momento piuttosto che ad un'idea radicata nella sua mente.
Dunque immagino che i due dei tre Concerti siano quello in Re (KV314) e quello in Sol (KV313)...ed il terzo? Andato perduto?
Quindi Mozart scrisse questi Concerti tenendo conto di tutte le possibilità timbriche e dinamiche dell'Orchestra di Mannheim, e così facendo li potremmo definire innovativi, esatto? Cerco di trovare altre frecce da mettere al nostro arco :LOL:
 
I concerti consegnati erano due. Quindi quelli che già conosciamo:
- KV314 era una rielaborazione di quello per oboe in Do maggiore, scritto per il virtuoso Ferlendi , quindi da ritenere come un'opera salisburghese, non concepita nel nuovo clima culturale vissuto dal compositore a Mannheim.
- KV313 è stato scritto a Mannheim quindi pensato per la straordinaria orchestra di quella città e porta traccie di un gusto Sturm und Drang per i contrasti esasperati, per un'espressività intensa e sentimentale.

Da notare come Mozart in quel momento pensasse al flauto ad una chiave. Cioè lo stesso che suonava Wendling, anche se in quel periodo esistevano già flauto con tre chiavi supplementari (Fa, Sol#, Si)
 
Per completezza vi dico che Mozart scrive al padre di aver consegnato due concerti e solo 3 quartetti.
Uno di questi quartetti è sicuramente il KV 285 in Re Maggiore, un secondo probabilmente il KV 285a in Sol maggiore.
Il KV 285b in do maggiore è di dubbia attribuzione, ma potrebbe essere il terzo, mentre quasi certamente il quarto quartetto a noi rimasto, il KV 298 in la maggiore è stato scritto a Vienna alla fine del 1786